venerdì 24 giugno 2011

F... FALLO (cazzo)





il Fallo, una testa senza ragione. 
La vita di PiCAZZO





L'uomo ha un rapporto molto singolare (d'amore e tal volta di odio) col suo pisello. 
Già da bambino (e questo non vale per le donne) è il giocatolo corporeo che più piacere gli procura. 
Si verifica persino in neonati nel momento del bagnetto (li si radrizza). 
Nella media l'uomo al giorno si tocca il pene 
minimo 7 volte, alcuni inconsapevolmente se lo toccano spesso (la donna neppure per far la pipì si deve toccare la passera).
    Il peggio arriva quando la società ha STUPIDAMENTE insegnato all'uomo che la sua abilità maschile dipende da durezza misura prestazione cronometrica e destrezza (lungo che tocchi, largo che tappi, duro che duri e maneggiarlo bene bene) 



   allora i maschi crescono sempre 
con questa pressione psicologica 
costretti a misurarsi col loro pene, 
a diventare forti maratoneti del sesso, 
acrobati nelle posizioni. 
Poi lo bombardano dalla mattina alla sera 
con immagini di donne erotiche, 
nude o semi nude, allora 
quando arriva al dunque Lui non pensa più al bersaglio ma alla valutazione ed è già mezzo spompato psichicamente. 
Quindi da una parte cresce fallocentrico 
e alla fine la donna sessualmente 
è quasi sempre la vincitrice 
(il sesso debole è un invenzione di autosuggestione ed autoincoraggiamento maschile).






   Purtroppo anche molte donne sono cresciute con l'idea che il tipo maschio sia il dotato e che tale dotazione lo sia di pene piuttosto che di cervello, spesso gli uomini molto fallocentrici sono molto egoisti, per loro il pene non è un organo attaccato al loro corpo, ma sono loro attaccati al loro pene. Alcuni profili in alcune chat sono tristi, invece di un viso c'è un cazzo, si identificano con quello e sono solo quello!








   Molti uomoni si identificano tanto col loro pene che sono fastidiosi, anche le loro donne se non venerano il loro fallo con costanti attenzioni non riescono a comunicare con loro. 

   Si pensi a livello incoscio l'uso inadeguato e sproporzionato della parolaccia "cazzo"... 
così ridicola da sentire persino donne che dicono "mi hai rotto il cazzo"  quando le donne 
non ce l'hanno il pene. 
   cosa significa? 
    vuol dire che psicologicamente 
sono mascolinizzate dalla prepotenza femminile mancante? oppure dalla società maschilista? 
Criticano i maschilisti ma infondo vorrebbero esserne uguali?  




   Il pene comunque resta per l'uomo un punto interrogativo di fronte ad una donna: le piacerà o no? sarò bravo ad usarlo? nella natura si sa che la femmina oltre alla sicurezza cerca il piacere, infatti nel mondo animale si accoppia con il capo branco per la sua forza, perché ha più territorio, ma poi si diverte con quelli più dotati. 
  Quante leggende metropolitane sono sorte per far capire intuitivamente alla donna le dimensioni del pene maschile!!!! eccone alcune: chi ha un naso grosso ha un pene grande, chi ha mani piccole ha un pisellino, quelli troppo belli lo usano male perché si concentrano solo in se stessi, e via dicendo (come ogni diceria sono sempre generalizzazioni mai certe) 


   Tutti questi luoghi comuni rendono sempre le donne più diffidenti e gli uccellini più vulnerabili, nonché le case farmaceutiche e il commercio del sesso facile più ricco:
 le pubblicità delle pompe allunga peni e delle pasticche miracolose blu sono in continuo aumento.
    ma poi la donna, e questo non lo capiscono tutti gli uomini, oltre al pene cerca la fiducia gli interessi comuni e dei valori per costruire un rapporto più stabile, perché un rapporto non si regge soltanto col cazzo ... 


   ma le donne vere, quelle sincere, 
lo sanno e lo dicono, la loro parte di soddisfazione la vogliono e un uomo
 che al letto non sappia farle sentire donne
 perde ai loro occhi dei valori 
che a lungo andare nell'interno della coppia 
sono essenziali. 

   L'equilibrio ci vuole allora in tutto, muscoli nel cervello negli addominali e nel pisello sarebbe l'ideale.
   



   Una vita del cazzo... la vita di Picazzo





  Salve mi chiamo Picazzo, per me l’età conta eccome! … Da bimbo faccio tenerezza, da giovane mi pagano per il mio lavoro, da adulto non mi pagano ma faccio lo stesso il mio dovere, da maturo invece devo pagare io per fare il mio piacere e poi da vecchio pago sempre eppure non riesco a far più niente. La mia vita una corsa di prestazioni, sempre su e giù, nell’ansia di misurarmi con me stesso. 
   




   L'adorazione del fallo




Il Kanamara Matsuri (かなまら祭り "Festival del fallo d'acciaio") è un annuale festival Shinto fertilità  tenutosi a KawasakiGiappone nella primavera  Le date esatte variano: le principali festività cadono la prima Domenica di Aprile. Il pene costituisce il tema centrale della manifestazione che si riflette ovunque, nelle illustrazioni a forma di fallo: caramelle, verdure scolpite, decorazioni, e un mikoshi parata, processione del pene.


   Il Kanamara Matsuri è incentrata attorno a un santuario dove viene adorato il pene, una volta popolare tra le prostitute che hanno voluto pregare per la protezione contro le malattie trasmesse sessualmente. Si dice che vi sono protezioni divine anche nella prosperità e il business e la prosperità del clan, il matrimonio, e l'armonia tra la coppia di sposi. C'è anche una leggenda di un demonio dei denti aguzzi che si nascondeva all'interno della vagina di una ragazza giovane e aveva castrati due giovani nelle  loro notti di nozze (vagina dentata).



 Come risultato, la ragazza ha chiesto aiuto ad un fabbro, che le fece un fallo di ferro (un vibratore) per spezzare i denti del demonio, che porta alla consacrazione della voce. 
Oggi, il festival è diventato un po' un attrazione turistica ed è usato per raccogliere fondi per la ricerca del HIV . 
   Ben sappiamo che l'adorazione del fallo è una credenza molto antica, il fallo visto come datore del seme quindi della vita, della forza e del potere. il maschilismo si regge anche in vigore della sua forma genitale sessuale. 


They have penis illustrations painted on their house & business establishment walls. Such illustrations and depictions are supposed to protect local deities from local evil spirits. Some illustrations are done in quite profound detail. Hilarious at first. Worth-gawking later. Paro, near Drugyel Dzong, Bhutan. 

    lavori in corso su questo post

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