giovedì 19 maggio 2011

M ... MATRIMONIO





una campana rotta 

non suona 

ma fa soltanto rumore




Matrimonio, struttura sociale o spirituale?



La parola matrimonio deriva dal latino matrimonium, ossia dall'unione di due parole latine, mater, madre, genitrice e munus, compito, dovere; il matrimonium era nel diritto romano un "compito della madre", abbastanza riduttivo al dovere della madre, la fabbrica dei bambini che assisteva i piccoli e il marito (un altro figlio) intendendosi il matrimonio come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall'unione. Analogamente la parola patrimonium indicava il "compito del padre" di provvedere al sostentamento della famiglia, appunto con il patrimonio o la ricchezza.

   Il matrimonio ha origini molto complesse, sia perché socialmente è stato adottato giuridicamente per strutturare la  società, sia perché la religione in molte culture ne ha fatto una norma morale. Ci si sposa invece per molteplici ragioni: per motivazione sentimentali, economiche, sessuali, per comodità, per tradizione, per forza  e costrizione... Il matrimonio conferisce diritti e doveri circa la nascita di bambini, le proprietà, i legami di parentela, l'appartenenza tribale, le relazioni con la società, l'eredità, e anche in relazioni più private quali il comportamento sessuale, l'intimità e l'amore

   
  Nella nostra società occidentale plasmata sul cristianesimo, il matrimonio è stato visto volgarmente come una patente sessuale, una prassi che rendeva legittimo il sesso; questo invece è davvero assurdo, perché il sesso di per sé è naturale, è un bisogno umano, costringerlo ad una pratica chiusa dentro il matrimonio rendeva non solo il sesso un peccato ma anche le persone non sposate dei dannati delle loro passioni. Poi chi si sposava se ne accorgeva che poi il sesso non era il perno centrale del matrimonio anzi con gli anni ne occupa spesso uno gradino molto in retroguardia. 
   ciò che unisce due persone non sono i contratti civile, né le firme giuridiche, ma i sentimenti che non possono mai essere legalizzati da un ente politico o religioso, ma soltanto dal cuore di chi dice amarsi. 

  
   Aver concepito il matrimonio come patente sessuale lo ha reso col divenire del tempo una castrazione altrettanto sessuale. D'altra parte essendo stato vissuto per secoli il matrimonio come un sacramento, il sesso fuori dall'amore è divenuto automaticamente demoniaco. Il sesso nella tradizione dei padri della chiesa era un male minore, era un peccato necessario per la propagazione del genere umano, era una debolezza consentita soltanto per procreare ed avere figli, tanto è vero che persino gli sposati commettevano peccato se facevano sesso senza l'intenzione di non avere figli, dimenticando ed emarginando per secoli che il sesso , a differenza degli animali, non è soltanto negli essere umani un mezzo di trasmettere spermatozoo agli ovuli (la donna non è una fabbrica di bambini) ma è un mezzo per trasmette dare e ricevere sentimenti (sicurezza, tenerezza, conforto, accettazione, affetto, forza, ecc). ragione per cui il sesso in sé stesso si giustifica da sé senza il bisogno di nessuna benedizione umana. 

   

Matrimonio o matricidio alla libertà individuale della persona

   Due sono i tarli o vermi o cancri che con gli anni minano e corrodono la vita di coppia. Il primo è la libertà mancata (di cui abbiamo già parlato e ne voglio approfondire adesso un altro po‘) e il secondo è la fantasia sessuale che perde il suo mordente (di cui parleremo più avanti: il matrimonio tomba del sesso). 

   Il matrimonio viene visto nella società moderna come una privazione della libertà … infatti spesso ti chiedono: “sei libero?” per sapere se sei sposato o single, il che vuol dire che nella mentalità comune matrimonio = non libertà. Tu appartiene all’altro  e devi rendere conto all’altro (se esci quando e con chi e perché, dove vai e come vai vestita?… fino a pochi decenni fa spesso la donna non poteva muoversi liberamente, tutti i suoi movimenti erano freddamente calcolati e regolati dall’attenzione amorosa - cioè gelosia malata - del compagno); oggi gli costa assai all’uomo maschilista abituarsi all’idea che la donna possa decidere mentre lei cercando di copiare il comportamento sbagliato del maschio invece di femminilizzarsi si sta tristemente mascolinizzando (se l‘uomo femminista è ridicolo la donna maschilista è atroce). Le donne non devono confondere il legittimo diritto di UGUAGLIANZA con l'IMITAZIONE dei maschi, sono due cose molto diverse.  



L’amore, quello vero, è l’unico legame senza lacci, ci sentiamo dipendenti dalla persona che ci rende liberi e ci offre la sua comprensione per la nostra libertà, dipendenti dall’indipendenza, nessuno ti dà la libertà, è già in te , è tua, te la dai te stesso da solo, meglio ovvio se con lo sguardo amoroso di chi ti è complice; invece spesso il legami che si intrecciano sentimentalmente a livello sociale sono soffocanti, catene, dipendenze (infantili, perché è il bimbo a dipendere dai genitori e molti in amore sono ancora rinchiusi in questa regressione psicologica: senza di te muioio) … cioè matrimonio fidanzamenti e convivenze dove s’infrange l’intimità dell’altro nel nome dell’amore ( amore tra virgolette), tipo: se mi ami non lo devi fare, se mi ami me lo devi dire, se mi ami lascia stare, ecc. . .  L’amore vero non ha condizionali (se mi ami allora …), ma è incondizionato appunto perché libero. Ma all’inizio c’è la disponibilità, la novità, il senso della conquista e pur di raggiungere lo scopo (e la scopo) si chiude un occhio e anche due, non si vedono i difetti o si minimizzano di fronte alla grandezza della nuova storia d’amore avvenire. 

   A chi vi chiede: “sei libero?” rispondete: “io sono come i parcheggi, quelli buoni sono sempre occupati, quelli sempre liberi sono per gli handicappati, quelli a tuo gusto sono a pagamento, se vuoi mi libero ogni tanto, mi basta saperlo!”. tristemente la gente per “amore” è capace di rinunciare alla libertà senza accorgersene che uno schiavo non potrà mai amare il suo padrone, anche se questo padrone si fa chiamare “amore mio”. 


Matrimonio tomba del sesso (non dell'amore)

PREMESSA: Ciò che sto per dire purtroppo non sarà capito da chi non è vissuto per molti anni insieme ad un compagno (intendo sotto lo stesso tetto e sotto le stesse lenzuola)… per cui agli innamorati fidanzatini che si vedono di tanto in tanto, le mie opinioni saranno condannabili e terrificanti, vi capisco, anch’io avrei pensato così se le avesse sentito anni or sono.

   L’amore fa passare il tempo ma poi il tempo fa passare l’amore o meglio, il fascino e la magia iniziale che appartiene alla prima tappa, quella dell’innamoramento, sparisce prima o poi, dopo l‘anno del fuoco verranno quelli delle ceneri e la cotta sarà soltanto un pensiero nostalgico; l’amore come il bruco o si trasforma in farfalla, cioè libertà, complicità, apertura mentale, quindi la coppia vola in altri spazi (spesso underground) o rimane un verme che striscia nella routine, nella scontatezza, nella mancanza di fantasia (sesso monotono, baci senza passione, alcune coppie diventano parenti così stretti che non si fa più sesso di regola e se lo si fa o si scaricano stress e violenza o diventa uno stress di tensione estenuante: la solita minestra per quanto buona diventa indigesta).


    Il matrimonio non è la tomba dell’amore (attenzione: una amore se vero non muore, con gli anni si arrugginisce, ma l’affetto rimane per il proprio compagno, un affetto però sempre minacciato da liti indifferenze e incomprensioni continue e quotidiane) ma è la tomba del sesso, della fantasia, della spontaneità, perché tutto ciò che si conosce fino in fondo (una camicia, una macchina, una casa, un lavoro, ecc … ) PERDE IL SUO SENSO, quindi anche un corpo si lascia conoscere fino in fondo, non è colpa di nessuno, è la natura materiale che è fatta così (allora si desidera un‘altra camicia, un’altra macchina, un altro lavoro, un altro uomo e un‘altra donna), per questo se il rapporto non si instaura nell’ANIMA (unica entità che non si può conoscere fino infondo perché spirituale quindi infinita) allora qualsiasi rapporto nella coppia è minacciato dalla sclerosi monotona della quotidianità, dalla ruggine degli anni e dalla muffa della scontatezza. 

   

   Chi nega questa realtà diventa tirato, ipocrita, salvaguarda le apparenze con il falso perbenismo, con la morale del sacramento matrimoniale, ma non le rimane con gli anni che silenzi tetri che si colmano con la tv accesa a tavola, l’odio diplomatico di tante coppie che non sanno più cosa dirsi perché se provano a parlare finisco con litigare e col calvario di una vita sessuale da mummie, perché il sesso non è una questione fatta solo di CORPO ma di spirito e di fantasia, il sesso è la soglia dove il corpo tocca l’anima, ragione per cui se una persona nel sesso ti tocca solo il culo le tette e l’uccello ma non ti tocca il cuore l’anima il pensiero (in maniera INFINITA, cioè costante), può essere bellissima fisicamente ma prima o poi finirà per stufarci e romperci le Spalle. 


Purtroppo la religione ci ha insegnato la spiritualità dell’amore ma la spiritualità del sesso ce l’hanno negata, anzi hanno demonizzato il sesso, sicché questo è il cancro che minaccia la vita delle coppie sotto il profilo della mentalità che ha plasmato il matrimonio nella società occidentale, cioè quella cristiana medioevale. 





Le 2 facce della moneta chiamata personalità



   La parola personalità viene dal greco “maschera” perché nell’antico teatro greco ognuno interpretava un ruolo, aveva un personaggio da svolgere quindi una maschera da usare. Quello che noi siamo è un personaggio o meglio una persona con le sue mille faccende consuetudini abitudini desideri, ecc… Spesso ci accorgiamo di usare più di una maschera, senza essere ipocriti, perché c’è una lato nascosto che fa parte soltanto della nostra intimità e cerchiamo di proteggere. Siamo quindi umani e divini, fatti di terra ma con aspirazioni celesti, l’abbiamo già detto prima che dentro ognuno di noi c’è un santo e un demone, un signore per bene e un porco, una signora decente e una puttana vogliosa … la società ci ha imposto di nascondere il nostro demone, di uccidere la nostra parte animalesca creando una tara tra l’amore (che è nella luce) e il sesso (che fa parte delle ombre). 

   E’ doveroso anzi necessario per il bene comune essere gentili, rispettosi, educati, ma quando la bestia che è in noi chiede uno sfogo (soprattutto in ambito sessuale) ognuno di sente la voglia di trasgredire, è il sapore del proibito, è l’ombra della tentazione che ci fa sentire INDIPENDENTI e LIBERI se disubbidiamo. Il matrimonio mette a repentaglio tutte queste cose, le nega, le vieta, le nasconde, le reprime, è una bomba ad orologeria che prima o poi scoppia facendo disastri. 


   Nella nostra cultura il sesso è stato legato spiritualisticamente all’amore (infatti la donna non te la dà se tu non le dici “ti amo” e quanti chiamano amore un mucchio di emozioni che amore non sono pur di trombare?!!! Ne conosco intere tribù, dicono di FARE L‘AMORE invece fanno solo sesso che è ben diverso).  Invece la bestia che è in noi, quindi la nostra stessa natura, ci dice che il sesso può essere vissuto senza impegni, senza legami sentimentali, senza coinvolgimenti affettivi, ma la religione ha reso questo atteggiamento PECCAMINOSO, fino al punto di emarginare il sesso animale ad uno stato di sporcizia se fosse privo di amore. Nel più intimo della nostra essenza umana una vocina ci dice che questo è assurdo e falso, perché il sesso è anche un bisogno fisiologico che non va per forza sigillato con l’amore.




 La ragione del perché esistono le prostitute è perché la religione ha negato la sacralità del sesso (il sesso agli inizi era sacro, le puttane erano le sacerdotesse del tempio), demonizzando il sesso la religione ha costretto le persone ha cercare di vivere di nascosto il sesso animale, ma non è volgare nè sporco, perché l'animale è in natura puro per istinto (donde la prostituzione, le infedeltà tra amanti, il giro gigantesco del porno e ogni tipo do sessuofobia e di mania sessuale). Quindi nell'amante, della scappatella, nel porno della rete, l persone cercano di uscire dalla monotonia fatale della sacralità del buonismo che inibisce il nostro lato oscuro e lo rende più oscuro perchè peccaminoso allora ci sentiamo in colpa e con remore di ogni tipo, obbligati a vivere clandestinamente la nostra parte più forte (ma resa debole dall'oscurità del nostro nascondimento) 

   
   Il matrimonio ha imposto a lei di fare la signora virtuosa e a lui l’uomo decente, ma la troia che dorme in lei dove va a finire? Il porco che è in agguato in lui dove va a pascolare? … Molti coniugi hanno paura di essere giudicati e reprimono questa parte della loro sessualità, perché si sentono sporchi (animali … non per caso in tutte le lingua quella nostra parte nascosta viene designata con nomi animali: porco, cagna, uccello, passera, toro, troia, maiale, vacca, ecc). Allora decidono o di reprimersi diventando tirati (correttini moralisti perfettini ,a acidi come le zitelle) o vivono di nascosto la loro ombra (si fanno l’amante e vanno a puttane). Ecco perché spesso con l’amante si sentono delle sensazioni meravigliose, come diceva virginia golf  : “la donna per bene ti toglie la tua essenza, mentre puttana te la ridà”. Quanti non si confidano con l’amante mentre al marito o alla moglie non dicono mai nulla? Quanti trattano l’amante con dolcezza e con il coniuge sanno solo scontrarsi e brontolare? … Cercate di vivere con il vostro partner non solo la vostra luce ma anche la vostra ombra, la donna che sa essere signora in salotto e troia al letto è una moglie fantastica per qualsiasi uomo, e viceversa l’uomo che sa essere un cavaliere in salotto e un porco al letto è per lei un amante perfetto. 


La coppia scoppia

   Lo sappiamo che la società è in crisi, perché le tre colonne che reggevano la società classica stanno crollando o almeno vacillando : la chiesa, la famiglia e la scuola sono in profondo cambiamento strutturale. Si sa che le coppie si sposano sempre meno e quelle sposate divorziano sempre di più, dopo il matrimonio religioso è nato quello civile e adesso anche la libera convivenza, per arrivare come in alcuni paesi a nuclei famigliari con un solo genitore (madrezitellismo e single madri e padri). Il 10% delle coppie superano i 7anni di convivenza, mentre un ben 50% scoppia già dopo il terzo anno e si trascinano avanti per anni e anni senza raggiungere il divorzio vero e proprio, alcuni si separano altri convivono amichevolmente per i figli come nemici in tregua, ma un ben 75% delle coppie già dopo il secondo anno si sentono con sintomi di crisi profonda, di mandare via al diavolo il rapporto e darsi alla fuga. Ciò che fa pensare di più è il fatto che una percentuale bassissima scoppia per problemi caratteriali o economici, mentre la causa più frequente dello spegnersi nella coppia è il venir meno della passione, della fantasia sessuale, per cui il sesso diventa poi monotono, un oneroso dovere coniugale, una fonte di sfogo di stress e uno stress in più, la solita minestra (anche se rimane un forte affetto ed amore per il compagno) mentre i fantasmi delle scappatelle e degli amanti si svegliano nel mezzo della notte. 

   La fedeltà è una questione affettiva, di cuore, di anima, mentre fisicamente gli esseri umani non siamo monogami, ma poligami per natura, per istinto animale. La monogamia l’ha creata la religione MONOTEISTA (un solo Dio = un solo amato o coniuge) poi la fedeltà monogama (come la verginità per le donne) l’ha creata il patriarcalismo, perché gli uomini non volevano allevare figli altrui, quindi per preservare la loro progenie (ecco perché se la donna non era vergine era da buttare via, ma l‘uomo vergine era un coglione). In alcune culture (africane per esempio) l’amore non ha niente a che vedere con il matrimonio: concepisco figli ad un uomo che possa economicamente allevarli ma posso amare un altro uomo; lo stesso per alcune culture orientali, un uomo ha tante donne nel suo harem, ha figli con le più fertile, ma ama in maniera esclusiva una donna in particolare (perché sentirsi unici, come un Dio, è una debolezza umana). La famiglia ha un origine sociale e politica, poi incastrata e patrocinata con quella religiosa che l’ha resa tabù intoccabile, perchè il fatto che la donna sia stata una proprietà, quindi esclusiva, lo stesso che un bene o una cosa, non ha niente a che vedere con l’amore, ma è stata una prassi insita nelle leggi sociali di consumo capitalismo e beni di proprietà. E’ normale che poi in questa struttura il sesso prendesse anche le sembianze di commercio, di scambio di piaceri e di sfruttamento. 

   Diciamo quindi che la testa è poligama, perché capisce i condizionamenti storici, sociali, politici, religiosi, che ci hanno portato a vivere l’amore in questa struttura casa e chiesa, mentre nella fantasia tutti tradiamo, tutti immaginiamo storie di vario tipo, ma il cuore è monogamo, perché desidera la stabilità di un solo partner, comprende l’esclusività di un solo amore, si affeziona per forza di più ad uno che ad un altro in maniera totale. Quindi, tutti noi subiamo questo contrasto, questo dilemma quasi schizofrenico, queste tendenze opposte. Il più lo subisce in silenzio e lo sfoga di nascosto (quindi il giro a puttane, l’amante al lavoro, le ore perse dopo la mezzanotte al computer a guardare porno e via dicendo ….). Come risolvere questa dicotomia?


 Continuando ad auto scusarci con la fedeltà coniugale pur sopportato in silenzio il malessere del tempo che prima o poi ci incita a nuove esperienze? O dando ruota libera al libertinaggio che distrugge qualsiasi valore e alla fin fine ti lascia vuoti e senza sicurezze affettive? … secondo noi la verità sta in una via di mezzo, l’equilibrio: vivere la poligamia con la testa, con il cervello, con la ragione e lasciare che il cuore sia monogamo, che ami alla follia quando troverà la persona che ti accetti per quello che sei e quello che senti. 

Nessun commento:

Posta un commento