domenica 24 aprile 2011

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La Chat, il regno delle SEGHE mentali

Tutto diventa virtuale .... anche il sesso! al posto dei figli avremo macchine (robot) e al posto dei sentimenti avremo soltanto fantasie (seghe mentali).


   
   Ognuno di noi ha un lato oscuro, tutti abbiam bisogno di sfogare quest’ombra, c’è chi ha una doppia vita, chi approfitta i carnevali per mascherarsi o, meglio, rivelare quel lato oscuro che giace nel nostro inconscio, anche la chat ci permette di vivere un lato nascosto di nascosto. Ecco perché molti si vergognano e non vogliono dire che sono in chat, altri si nascondono persino dentro la stessa chat e non dicono mai niente della propria personalità.



   La chat è un campo minato … puoi trovare l’anima ingenua bisognosa d’affetto, d’ascolto, di sentirsi pensata e voluta chissà dove e chissà da chi, ma puoi trovare anche l’anima maliziosa che maschera col sogno d’amore una repressione sessuale o una voglia sfrenata d’avventure aperte a tutte le possibilità.
Oggi, secondo me, nel campo dei rapporti interpersonali, prima di conoscersi ci vorrebbe l’obbligo del casco e, in alcuni casi, anche l’obbligo delle cinture di sicurezza, perché molti sbattono la testa contro un muro d’incoscienza.



   
   E’ ingannevole il modo di conoscersi soltanto chattando in Internet, o via sms, o al telefono, perché questo mezzo crea in noi l’incapacità di farci un’idea reale della persona con la quale noi ci confrontiamo, tendendo quindi ad immaginarci dall’altra parte non la persona che è ma quella che noi vorremmo che fosse. E’ questo l’amore virtuale moderno e tecnologico, che però è scarso d’ogni virtù fondante. 

   Ho consigliato ad un amico di fingersi donna in chat e ciò gli ha servito molto per capire le donne nella loro vulnerabilità e gli uomini nella loro debolezza. Lo hanno assalito come una preda solitaria al bosco e ha capito le sue stesse tattiche infantili di conquista. E’ molto facile impersonare dei ruoli immaginari in questi ambienti virtuali; se ben seguiti possono far bene anche alla psiche, per conoscere i nostri lati oscuri, ma se lasciati al libero arbitrio a delle persone senza senno, possono essere il rifugio della nostra personalità fallita. Il timido può fingersi slnaciato e donnaiolo, il che sarebbe una terapia per la sua introversione, e la donna zitella che si finge troia che seduce tanti uomini virtuali, scopre il fascino che non riesce a tirar fuori nella vita pubblica, ma quando questi ruoli sono fatti da rimanervi campati per l'aria (le solite seghe mentali) non conducono a nessuna parte. 




Non si può rimanere nascosti per troppo tempo dietro il sms di un cellulare, dietro un nickname, dietro una posta elettronica, facciamo fatica a levarci le proprie maschere che blindano la nostra intimità quando abbiamo un rapporto faccia a faccia, figuriamoci se rimaniamo dietro l’anonimato di un gioco elettronico.
   La bestialità della sessualità maschile l’ho confermata con il seguente esperimento: ho messo diversi annunci in chat. Nel primo facevo apparire una donna decente, ben intenzionata, non facile, non bella né brutta, ma con la sua semplice attrazione naturale, seria e desiderosa di una storia. Nel secondo facevo apparire una donna bella mozzafiato, libertina, sessualmente molto disponibile, senza remore, non intenzionata a nessun coinvolgimento sentimentale, quindi solo avventure. Ebbene, facile immaginarlo, il primo annuncio fu accolto da una minoranza, alcuni con la parvenza di serietà di chi vuol pescare la donna casalinga che faccia la mamma dei loro figli e basta, altri denotavano subito una certa incapacità nel loro rapportarsi, il classico tipo timido, introverso, un po’ imbranato e persino l’uomo già troppo adulto (per non chiamarlo vecchio), ma il secondo annuncio è stato catapultato di proposte a valanga. 
   
Un particolare: molti di quelli che hanno telefonato la prima donna santa, hanno anche rimorchiato la seconda donna sgualdrina, a conferma delle mie ricerche: l’uomo vuole sempre la donna per bene, ma è eternamente attratto da quella perversa. Per chè la donna per bene ti toglie l'essenza maschile, mentre la donna di facili costumi (la troia) ti ridà la tua essenza maschile
   La chat può esser utile nella misura in cui ti permette, agli inizi, di amplificare la tua emotività, di slacciare la tua disinibizione, scoprirti, una fase di rodaggio dei sentimenti, d’assestamento dell’approccio con gli altri, una rottura di ghiaccio, d’adeguamento con la persona che vuoi conoscere, ma è inutile e pericoloso se rimane il luogo d’incontro illusorio per eterni adolescenti che preferiscono sognare anziché che confrontarsi alla fine con la realtà. La chat non può restare un’isola d’individualità che fingono di rapportarsi tra loro. Ben vengano le belle parole via sms o via e-mail per misurare la nostra capacità di affrontare il mondo e la coscienza altrui, se non altro a parole, ma ciò non basta agli amanti, è sufficiente soltanto per i politici.




Quando in chat trovi delle persone che diventano delle vere confidenti, anche se non destinate ad un incontro reale e personale, possono funzionare, solo se le persone in gioco sono all’altezza del dialogo. E’ umano il bisogno di sentirci ascoltati e di voler sfogarci, non è semplice autostima, perché nessun essere umano è sufficiente a se stesso. Quando il dialogo però non è a scopi egoistici, vale a dire a senso unico come un monologo, ma instaurato tra due persone che mutuamente si arricchiscono, la chat allora diventa un luogo di vero incontro reale, anche se virtuale, perché la virtualità rimane soltanto nel mezzo non nel fine. Ma secondo me, questi casi in chat sono molto rari.

Più che un dialogo in chat spesso si danno MONOLOGHI A 2, non esiste l'ascolto dell'altro ma le persone amano ascoltare se stesse attraverso l'attenzione altrui... sarebbe come guardarsi negli occhi degli piuttosto che vedere lo sguardo altrui!!! 


   La chat permette di dichiarare le proprie fantasie, di liberare l’immaginazione, senza paure o inibizioni, ciò che il mondo reale non permette. Questa conoscenza via sms ha un’essenza erotica, perché l’erotismo è l’arte di far vedere il minimo pur di far immaginare il massimo, come la donna erotica si veste il minimo e fa immaginare all’uomo un rapporto sessuale al massimo. Non è quindi un caso strano se le chat più diffuse e frequentate siano proprio quelle erotiche, ma sono anche le più ingannevoli, perché puntano al massimo dell’intimità personale a livello fisico, il sesso, ma concedendosi personalmente il minimo, il cuore dell’altro che rimane straneo, lontano, impermeabile, sempre sconosciuto.


   Mentre l’uomo in chat cerca più la fantasia passionale in genere, le donne sognano più la fantasia sentimentale, un coinvolgimento che va dal cervello al cuore, una corrispondenza d’idee, di sentimenti, d’esperienze che vanno oltre, nell’intimo… per le donne in generale, il sesso viene dopo, ecco il perché molti uomini si schiantano subito contro il muro di silenzio di una chat che si spegne e non risponde più: cercano subito il sesso. Mi capita spesso di ricevere dopo il primo sms passionale, il secondo che mi dice: “Sei già sparita?” e io rispondo: “Per forza, tu mi hai fatto scomparire. Addio!”.


   In chat l’approccio è più immediato a livello mentale, puoi scoprirti senza esser visto o riconosciuto, perché sei salvaguardato dall’anonimato, ma questo tipo d’immediatezza è sempre insufficiente, prima o poi si sente la mancanza dell’aspetto fisico, del riconoscimento vero e proprio, dell’autore delle parole e degli sms, vogliamo conoscere di persona colui o colei la cui voce e le cui parole sono nella nostra mente come dei semi che vogliono spaccarsi e crescere.
Il primo appuntamento, dopo una lunga serie di sms, di telefonate, di chat, è un po’ imbarazzante, è in sostanza un appuntamento al buio! Sai qualcosa di quella persona ma in fondo sai pure che non la conosci, perché le parole scritte in chat possono sempre essere prese in prestito. Avere un appuntamento con uno sconosciuto è pure affascinante, perché siccome non sai chi è, è come se uno avesse un appuntamento con tutto il mondo perché tutti quelli che vedi possono essere quel tale. Al primo incontro è la nostra immaginazione a subire il colpo che non riesce mai a cogliere lo sconosciuto nella realtà.


Video di YouTube





In chat, come nella vita quotidiana, avere un pizzico di furbizia credo che sia un requisito indispensabile, non quella furbizia malvagia che colpisce alle spalle altrui per ferire, ma quella sana furbizia che, in un mondo fatto di falsità come il nostro, diventa uno scudo doveroso ed urgente di sopravvivenza.


  
   L’amore in chat è virtuale, ma la virtualità finge sempre di superare la realtà, ecco il perché è pericoloso rimane soltanto a chattare, è l’amore platonico reso tecnologico, quindi illusorio. La chat ti offre moltissime opportunità, decine d’incontri, ti fa credere di essere un vip che hai a disposizione tante persone che ti corteggiano, che ti cercano, che ti pensano, ma stringi stringi, alla fine, gli appuntamenti che si concludono sono pochi e ancor meno sono le persone che valgono la pena di essere conosciute intimamente. Ma rimane l’esaltazione della fantasia che ti fa credere di aver raggiunto più di quanto hai realmente ottenuto: molti uomini possono credersi dei playboy perché chattano con tante donne contemporaneamente, senza poi arrivare a conoscerne personalmente neanche una. La donna può sentirsi una eroina perché la chiamano in tanti, ma poi se ne accorge che il più sono come le caramelle (da scartare)

   In chat anche la persona più imbranata riesce a svelare la propria anima, il timido ce la fa ad esprimere le proprie emozioni, perché in qualche modo parla con se stesso tramite un altro che fa il ruolo dello sconosciuto che è la proiezione della nostra parte sconosciuta, ecco il perché è affascinante. Si deve perciò stare attenti, perché molti amano tanto queste ombre fantasmagoriche che possono diventare dipendenti dalla chat. Con un sms posso assumere il ruolo che vogliono: bella, affascinante, intelligente, ricco, professionista, in chat ci si sposa, si fa sesso, si litiga senza dolore, si prende in giro senza schernire, si finiscono gli amori senza farsi troppo del male, e via dicendo… l’altro mi cerca per quello che vorrei essere, alimenta la mia fantasia e per attimi fugaci credo di essere tale, sfogo emozioni che nella vita quotidiana sarebbero impossibili. La chat è un modo di socializzare, è uno scambio interiore che però rimane fittizio quindi preda sempre dell’illusione se non si va oltre, verso l’incontro di persona, faccia a faccia.


   In chat il timido si scioglie e diventa irruente, il solitario si sente accompagnato, la donna fedele in casa tradisce il marito in rete e si sente sfogare la sua compensazione psichica, il pauroso diventa coraggioso, il brutto si sente bello, i maldestri sono delicati, gli infelici sognano la felicità… ecc. I rapporti virtuali però non avvicinano la persona ad aprirsi ad un altro, ma la rendono più chiusa in se stessa tramite le fantasie che un altro gli procura. In chat si cerca quello che ci nega la realtà quotidiana, ma le persone che navigano in chat spesso non sono consapevoli della loro mancata autostima, per questo si presentano in maniera virtuale e non reale, cioè come un sogno, ecco il perché la chat è una corda tesa sulla quale facciamo i funamboli, cadere è all’ordine del giorno, basta poco per precipitare nella crudeltà della realtà, della verità, della scoperta di non trovare dall’altra parte del cavo quello che sognavamo o di scoprire che noi neppure eravamo quello che gli altri si aspettavano di noi. La realtà è piena di spigoli che ci scolpiscono, perché evitarli?


   
   Siamo pieni di mezzi di comunicazione è poi.... sono pochi quelli che veramente sanno comunicare, perchè per parlare ci vuole anche l'ascolto, senza il silenzio il suono delle parole altrui non trova spazio e oggi viviamo in un anarchia sonora, tutti parlano e pochi dicono.... e la chat?!

   La chat si presenta come un mezzo di comunicazione, ma è frequentato il più delle volte da persone che, per la mancanza personale che hanno di dialogo e di confronto, non sanno comunicare (una grandissima percentuale di persone che vivono in rete sono solitarie interiormente, anche in famiglia ma vivono immerse in se stesse). Si parla tanto di dialogo ma si dialoga poco o niente, si chiacchiera a vanvera per il semplice bisogno istintivo di discorrere, come le macchine che vanno a ruota libera.

 
  La conoscenza in rete ha due sensi: tu sei il cacciatore come il ragno e tendi la rete via sms o internet e aspetti che qualche mosca s’ingarbugli, o sei il pesce e caschi in rete e rimeni ingarbugliato. Alcuni tragicamente sono dei ragni intrappolati nella propria rete (illusione).

In america ci sono già dei centri di disintossicazione per i drogati o dipendenti della chat. La chat può fare del bene ad alcuni, come il timido che diventa più sicuro di sé, quindi può essere uno strumento terapeutico, ma per altri può essere un modo di fuggire la realtà e diventare sempre più stranei in se stessi, meno padroni della propria personalità, in alcuni casi persino un modo di acquistare doppie identità, donde la via aperta alla schizofrenia. La chat è un fenomeno molto complesso, inutile e nocivo dare delle letture o giudizi in senso unico: c’è quindi del buono e del cattivo, come in tutte le cose e in tutti noi.


   Le persone intelligenti in chat sanno riconoscere, in poco tempo, colei o colui che è finto da quello che recita un ruolo… perché per scriversi a vicenda, ci vuole una certa capacità di dialogo e d’apertura. Molti uomini mi dicono: “Ma quante volte ti devo telefonare prima di aver un appuntamento con te?” e io rispondo: “Finché tu sia convincente!”. Se una persona mi chiama e dopo un po’ finisce il suo repertorio, non sa più cosa dirmi, si ripete all’infinito, potrò io allora instaurare un rapporto profondo di dialogo? Come diceva Nietzsche rispetto al matrimonio: prima di sposarti, chiediti se quella persona è capace di dialogare con te per il resto della vita. Molti credono di dialogare quando invece instaurano un monologo a due, ognuno parla di se senza ascoltare l’altro, intrecciano un finto dialogo fatto di frasi spezzate, di contesti isolati, ecco perché presto finiscono per litigare, mentre le persone che veramente dialogano mai litigano, perché sanno ascoltarsi, danno tempo all’altro di spiegarsi di correggersi di capire, ciò che non avviene con i precipitosi della chiacchiera leggera e superficiale.

   In chat ci sono tante finzioni. Quando molti percepiscono una persona fuori del comune, chiedono: “Ci sei o ci fai?”, siamo ormai così abituati alla gente finta che, quando troviamo una originale, pensiamo che per forza stia facendo un ruolo e non ci crediamo. Quando troviamo un uomo carino e romantico, non ci crediamo subito che sia possibile, perché anche i bastardi si fingono tali pur di portarti al letto e poi… svanisce l’uomo romantico e carino. A me la finzione è inutile, mi basta la realtà con le sue delusioni.



Ecco alcuni casi del tutto particolari che ho trovato in chat:

1.Il minorenne che si finge adulto, se ragazzo cerca di esplorare il mondo della donna o la ragazza più matura, ma di solito questa scopre subito che dall’altra parte mancano dei neuroni nel cervello.

2.La minorenne che si finge adulta, spesso le bambine con problemi di mancanza affettiva, cercano l’uomo adulto che prefigura il padre, d’altra parte la donna cresce più in fretta, quindi sa stare al gioco con un adulto che, spesso non se ne accorge del gioco, non scopre facilmente di stare parlando con una ragazzina di 16 che si finge di 25 per sedurre un uomo di 36.

3.L’uomo volgare che sfoga tutto il suo repertorio di strada, adatto ai casini, dei veri librettisti per film porno. In chat ci sono tanti sciacalli di sesso, aspettano l’osso duro e buono, la prima donna disponibile per piombarle addosso, sotto, sopra, dietro e davanti, affianco, accanto, per sbieco e chi più ne ha più ne metta in ogni direzione e posizione. Spesso la chat annoia le donne serie, perché diventa una porcata continua di messaggi senza senso.

4.La donna un po’ timida o un po’ scaltra che vuol solo giocare a farsi chiamare, si fa desiderare, si fa rincorrere con mille telefonate, sms, inviti, foto (se fa ricaricare il cellulare)… ma non conclude mai niente, non dice quasi mai nulla di sé, non per prudenza come la donna che sta valutando la situazione, ma chiusa nel suo mondo onirico e sperduto nel quale chi vi entra rimane sparso e perso.

5.L’uomo che finge d’essere donna… se gli uomini che lo contattano fossero intelligente lo scoprirebbero facilmente, perché spesso quest’uomo nelle vesti di donna proietta nella donna che personifica una disponibilità del tutto fuori del normale.

6.Il pescatore: l’uomo che nei suoi annunci mette in mostra le sue doti economiche e\o fisiche… dal classico banchiere, o il negoziante, o quello che ha un negozio di biancheria intima, al pittoresco bagnino, il modello, il cantante, il calciatore, il poeta (oddio quanto sono noiosi quelli annunci in posta dove si scaricano pagine di Dante o di Pablo Neruda, dolce poesie spumeggianti per colpirti al cuore).

7.Gli amanti virtuali, disponibili, ti chiamano pure, ci fai con loro di tutto, ma soltanto al telefono, anche sesso, tante masturbazioni via cavo, vale a dire, seghe mentali, ma mai un confronto con la realtà.

8.I disperati che cercano la ragazza per il weekend o per la festa, o la ragazza frustrata che cerca un padre per i loro figli, lasciando capire che l’amore se viene è in secondo piano, quindi dopo, prima dimostra di voler bene ai suoi figli, di portarla via dalla casa dei genitori, di andare con lui al ballo o al ristorante… l’amore viene dopo, ripetono, ma mi sa tanto che quest’amore è una frase di garanzia rifatta per convenienze che son tutt’altro che amore.

9.Il collezionista, quello che chiama tutti senza distinzioni e se possibile esce con tutti, non per valutare come sarebbe il giusto, ma per il semplice piacere di uscire. Per costoro fermarsi a conoscere sul serio una persona è una perdita di tempo, una noia, una leggerezza. Mi è capitato di ricevere le stesse proposte nei diversi miei nickname dallo stesso tipo che credeva che io sono tre donne diverse; ad ognuna racconta balle diverse, persino si finge fedele.

10. La persona anziana che si finge giovane per rivivere, almeno virtualmente, i brividi dell’adolescenza insieme a delle presenze giovanissime.




Molti escono dalla chat appena trovano una persona che l’interessa, è come se rimanerci significasse in qualche modo tradire il rapporto nuovo che si è creato, ma anche se molti escono dalla chat, la chat non esce da loro e, alla fine, ci rientrano, con un nuovo nickname e una nuova descrizione.
Uno dei problemi, quando si riparte con un nuovo nickname, è che si rifà nuovamente il giro dei contatti, ti capitano gli stessi personaggi di prima sotto la nuova copertura e rischi di essere scoperto per quello che non avevi detto e di scoprire negli altri delle cose che non sapevi prima. Non è necessariamente falsità, ma spesso in chat uno si apre all’altro nella misura che l’altro t’ispira fiducia. Io avevo due nickname, la solita persona mi contattava su due numeri diversi credendo che io fossi due donne diverse, con una era molto sincero, si vedeva, con l’altra era molto scaltro e restio, eppure era lo stesso uomo e io ero la stessa donna.



   
   Tirando le somme, credo di averne avuto abbastanza con la chat, è un tira e molla continuo tra telefonate, sms, illusioni, sogni, delusioni, appuntamenti al buio, squilli insistenti e spesso respinti … come le agenzie matrimoniali, i circoli e tante altre attività a scopo comunicativo, la chat è l’ennesima dimostrazione di quanta solitudine, mancanza di dialogo e quanto desiderio di conoscenza reciproca ci sia tra la folla anonima che anima a mala pena la nostra società.
C’è in chat la donna che vuole di tutto virtualmente, ma appena gliela chiedono si scandalizza, ma il peggio credo sia per la donna stessa se si illude con questo mezzo, perché sono troppi gli uomini che cercano sotto la bandiera dell’amore vero altre sollecitazioni inconsce, soprattutto sessuali, se fortunata troverà una persona seria che veramente sia disposta ad instaurare una progressiva conoscenza, qualche amicizia può nascere senz’altro ma si deve spendere tanto tempo e pazienza, come è dovuto per le cose belle e vere.



   Il nudo se visto bene è artistico, ma ci vuole l'incanto di chi lo guarda e di chi lo apprezza, di chi lo rende immortale in una foto un dipinto una scultura.... purtroppo oggi con le foto porno fai-da-te tramite cellulari web cam scanner ed altro, la nudità è popolare, perde la sua essenza estetica ed è diventata di DOMINIO (pazzesco) pubblico, quindi più che dominio è mancanza di regole, di gusti, di standard artistico ed estetico, donde foto amatoriali casareccie dove il nudo è scarso di bellezza (perchè più reale, quindi coglie i difetti delle persone comuni)



   Le foto maschili si sa... l'uomo se non è uno esteta per natura, alla fine non ha altro da far vedere che il solito uccello, mentre il corpo della donna nella sua morbidezza, ondulazione e varietà ha infinite pose e modi di esibirsi. In un mondo poi incentrato sul protagonismo, di conseguenza il fatto di farsi vedere è un modo (anche se assurdo) di sentirsi esistere solo per il fatto che mi vedono gli altri, donde le chat colme di foto amatoriali dove il più sconosciuto trova il suo angolino in rete di pseudonotorietà

   Nei siti scambisti invece, sembra che la donna sia la chiave di mettere in mostra perchè le foto dei maschietti sono poche; strano ma vero, perchè essendo un luogo dove finalmente la donna è libera ed emancipata, si trova limitata a vedere soltanto uccelli impersonali e non foto di corpi interi, mentre la donna per quanto non velina ha nella sua ondulazione e morbidezza sempre tanto da far vedere dalla pettinatura alle calcagne dei piedi.


   
   Come ogni mezzo di comunicazione l’importante è dominarlo e non essere dominati, farne buon uso, ecco perchè noi ci siamo impegnati a far della chat un mezzo di divulgazione di ideali, critiche costruttive, scambio di esperienza di vita e non solo una ricerca estenuante di emozioni strane, di sciaccalismo di sesso facile e di un isola di solitari che si fingono mentalmente compagnia. 








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