martedì 24 maggio 2011

T ... TATUAGGI E PIERCING






L'ennesimo fenomeno inconscio collettivo di massa?
accessori sessuali e sensuali?





   L'arte di decorare il proprio corpo in modo permanente è diventato un fenomeno di costume che coinvolge tutti i ceti sociali. Dalla moda al comportamento usuale il passo è stato breve, affondando del resto le radici in pratiche molto antiche nate con l'uomo. 


   Piercing (dall'inglese pierce che significa perforare)  e tattoo (dal polinesiano tatau, cioè decorazione) sono una pratica oggi molto comune, come ogni moda dilaga spesso senza una ragione, ma dietro questi fenomeni c'è sempre un perché. I motivi che spingono a tale pratica possono essere i più vari e possono includere: religione, spiritualità, tradizione, moda, erotismo, conformismo o identificazione con una sottocultura  (tipo underground o gang o comitiva, ecc) 









   Queste pratiche hanno origini antiche. Lo scopo principale era quello di distinguere i ruoli assunti da ogni membro all'interno della tribù, al fine di regolare i rapporti tra i vari individui. Oggi per esempio al posto del piercing al naso il generale all'esercito usa delle stelle sulle spalliere della divisa e la squadra di calcio vincente ha lo scudetto attaccato alla maglietta piuttosto che un anello al naso di tutti i giocatori. 





   Questi fenomeni possono avere delle ragioni, ma di solito oggi molti di quelli che li compiono non ne conoscono alcuna, al limite credono di averne dei sani motivi o dei gusti a loro piacevoli (quindi soggettivi per ciò insindacabile, come crediamo che sia giusto, ognuno ha i suoi gusti e le sue ragioni, per cui la nostra riflessione più che un giudizio, cerca di essere una ricerca di senso), ma il più segue la moda o l'intinto apparentemente razionale: in ricordo di un amore, nella volontà di rendere immortale un sentimento di una persona ormai scomparsa, o tanto per far come fanno gli altri (l’istinto del gregge e del brando che ha lo stesso marchio, quindi non possono non avere il tattoo come ce l'hanno gli altri miei amici) e via dicendo… ma per la maggioranza le ragioni inconsce rimangono nascoste. Analizziamo il fatto di tatuarsi o di farsi un piercing da un altra angolatura?


   Quando un uomo fa un’impronta su un vitello, tipo un marchio, vuole far sapere agli altri che quella bestia è sua.  Quando la mamma a casa scrive su di un barattolo “zucchero” o “sale” o “farina” o “veleno”, cerca d’IDENTIFICARE il prodotto per non causare equivoci e facilitare l‘identità. Quando due innamorati scrivono i loro nomi sulla corteccia di un albero, vogliono immortalare nel tempo la loro bel esperienza.
   Tutti questi casi, come tanti altri, ci dimostrano in qualche modo come l’individuo abbia bisogno di MANIFESTARE UNA CERTA IDENTITÀ PERSONALE. Di per sé, il fatto di esistere, di esserci qui e adesso, basterebbe per rendermi presente e manifestarmi verso il mondo esterno che mi circoscrive, però non sempre siamo notati o valutati o, ancor di più, apprezzati e compresi dagli altri. Nasce, quindi, lo scompenso che, a sua volta, richiede di essere in prima persona o accettato (nel caso in cui la persona riconosca quello che è nei confronti altrui) o negato (è questo il caso di chi deve seguire le compensazioni per nascondere il vuoto della sua mancanza d’identità o della mancanza di riconoscenza che gli altri non gli offrono). 




   Oggi viviamo in una società dove l’individuo da una parte è inghiottito dall’anonimato della massa e dall‘altra parte lotta per mettersi al centro dell‘attenzione dovuta la malattia mentale del protagonismo, sorta insieme al fenomeno dei media, palcoscenico dove tutti vorrebbero apparire per sentirsi qualcuno, per la serie “l’importante non è se io vado a Parigi, ma che i miei amici lo sappiano, quindi mando loro una cartolina!”. 







   





   Qualcuno si marca la propria pelle, l’ultimo confine dove potere dimostrare d’esiste, per richiamare l’attenzione sugli altri e dir loro: “Eccomi, esisto, valutatemi, ascoltatemi che ho anch‘io qualcosa da dire e far vedere”. Però, in questa maniera l’individuo dimostra che non vuole e\o non può farsi la sua storia, che è impotente come la nudità della sua pelle sottomessa al marchio.




   Alcuni giungono a ricoprire quasi o tutta la superficie della pelle, quasi a scomparire sotto la propria cute. Non di rado troviamo che ALCUNI individui che ricorrono a questi fenomeni  sono coloro che appaiono nella società con più mancanza d’IDENTITÀ, emarginati o sono ancor in piena formazione d‘identità, non per caso la maggioranza delle persone che ricorrono a queste pratiche sono nel 95% di persone molto giovani, ma non di rado appena acquisita una certa stabilita emotiva o una maturità interiore vuole cancellare i tatuaggi o levarsi i piersing … senza dimenticare l'eccezione di chi vive anche nella vecchiaia senza rimorsi i suoi tatuaggi come parte della propria identità e del proprio passato. Comunque il valore assoluto nel tempo rende il tatuaggio un po tabù, il "per sempre" fa più paura dell'ago (come il per sempre dell'amore), non tanto per il fatto del tatuaggio in sé, ma perché va contro quei principi dell'essenza umana, secondo cui dobbiamo essere sempre pronti a cambiare, a trasmutare noi stessi per evolvere. 


   Ecco il compenso: il tatuaggio identifica, fa risaltare un qualcosa o qualcuno, ma dal di fuori non dal di dentro, perciò la persona rimane interiormente sempre insoddisfatta e vuota. La piccola soddisfazione di lottare contro il parere comune della società, che nega appunto il giusto apprezzamento alla persona, fa sentire questi individui in vita, ma questo andare contro corrente è logorante e perciò non di rado si rivela col tempo inefficace e quindi non perseverante; anche il cristianesimo oppure una corrente politica, una filosofia possono essere dei tatuaggi nel pensiero e degli idealismi piercing nell'anima, fenomeni che possono cadere nel vortice come il fenomeno del semplice piersing, il rischio di far vedere e vivere il battesimo come un tatuaggio, e ha le sue conseguenze concrete nella mancanza di coerenza tra ciò che credono i cristiani e ciò che praticano, di ciò che promettono i politici e ciò che non concretizzano, così come tra ciò che sente la ragazza che ciondola un piersing al naso e ciò che lei stessa sente quando tutti si sono ormai abituati a vederla con il piersing come parte sostanziale del suo naso, cioè nessuno ci fa più caso e allora lei deve ricorre un'altra volta alla ricerca di un qualche fenomeno nuovo che possa sollevare la sua identità solitaria e sperduta!.




   Assomigliavo il piersing al battesimo in quanto hanno in comune il rito d’iniziazione ad un’appartenenza … ma quando l’appartenenza non è concreta, come lo sono tanti cristiani battezzati in mezzo ad una società non più cristiana, è come il piersing o il tatuaggio ormai scontato: non fa più colpo, è superficiale e ci vuole un altro … non per caso molti giungono agli estremi: corpi totalmente tatuati o pieni zeppi di piercing, più che una maniera di evidenziarsi nell'identità ricercata, potrebbe essere nascondersi nell'identità persa







  Ma lo stesso vale per gli armadi pieni di vestiti, i cassetti piedi di souvenir, e via dicendo, il problema non è colmare il vuoto che è fuori o intorno a noi, ma solo dentro se stessi… crediamo che la felicità è altrui e la perfezione altrove e non guardiamo mai dentro di noi dove veramente si trova il benessere. 




   Un corpo da leggere - Con il tempo il tatuaggio diventa una parte di sé, tanto da assumere un valore aggiunto a livello comunicativo: esso esprime aspetti di se stessi tenuti nascosti, ma che possono essere “letti” e interpretati da coloro che hanno voglia di capire l'interiorità di chi lo “indossa”. Ma perché comunicarsi col corpo quando abbiamo il potere della parola? mancanza di capacità comunicative o di inter azione? Quindi da una parte il tatuaggio esposto assume una dimensione pubblica, rispetto al tatuaggio nascosto e visibile solo in determinati momenti e solo da alcune persone prescelte caratterizzato invece da una valenza pur sempre comunicativa ma privata e selezionata. Nonostante queste differenze la principale caratteristica del tatuaggio è proprio il suo intento comunicativo, che sarà tanto più forte quanto più dolorosa sarà stata la pratica per realizzarlo. Lo si potrebbe quindi considerare una firma sulla pelle





   Qualunque cosa pensiamo quindi sul piercing o sul tattoo, non deve mai essere un disprezzo verso le persone che ne fanno uso, è assurdo considerarli di seri B o come se avessero fatto un crimine contro la propria pelle o segnati da carcerati (il luogo più comune), perché le macchie peggiori sono quelle dell'anima del pensiero e del cuore. Come non si può negare d'altra parte che i tatuaggi migliori sono le ragione del cuore e i sentimenti dell'anima (che spingono molti a palesarseli anche sulla pelle), ma comunque di fronte alla bellezza assoluta della nudità e della pelle umana, personalmente considero che nessun tatuaggio o piercing potrai mai abbellire la pelle umana, perché per bellezza la nostra nudità è superiore a qualunque forma di abbellimento esterno o accessorio esteriore. Nei casi in cui il tatuaggio serve per coprire delle cicatrici o bruciature, allora il male minore verrebbe giustificato, ma personalmente considero una mancanza di apprezzamento sporcare la propria pelle con qualsiasi dipinto indelebile. . . 



Emozioni a fior di pelle

   Non dobbiamo creare allarmismi o paure collettive, ma comunque in minimo di prudenza e protezione a favore della propria vita e saluta è di norma nella pratica dei tatuaggi e dei piercing. All'ultimo congresso dell'Associazione Europea delle malattie del fegato svoltosi ad Amsterdam, alcuni esperti hanno rivelato che la possibilità d'infezione è altissima poiché spesso l'intervento non viene eseguito con strumenti sterili; virus e batteri sono così in agguato, ed il pericolo è di contrarre il virus dell'epatite B, quello dell'HIV e anche il tetano. Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato la possibilità di trasmissione di infezioni quando tali operazioni vengono eseguite da personale non specializzato che non segue alcune regole igieniche fondamentali.




   I tatuaggi nascosti sono più di carattere sessuale solo perché sono nascosti nelle parti intime, ma proprio questo rende il tatuaggio o il piercing carico di erotismo, perché già di per sé i genitali sono nascosti poi renderli attraenti o appariscenti con un tatuaggio o un piercing è richiamare all'ennesima potenza il desiderio di mettersi in mostra anche se in privato, è innegabile che le persone che scelgono queste zone erogene sono anche dotate di una forte carica sessuale. Il piercing inoltre viene molto usato in ambito sadomaso 


   Quale sensazione psicologica è sentire che hai qualcosa di nascosto che pur è stata fatta per essere evidente? come un segreto nascosto solo per te? come quella parte vera che ognuno di noi sa di avere e sa anche che il più la ignora.... 











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   CERTI DESIDERI

SI SENTONO 
A FIOR DI PELLE



            
CERTI RICORDI
COME LE CICATRICI

ALCUNI DECIDONO DI FARLI FIORIRE
COME UN TATUAGGIO 




CERTE CONQUISTE

SONO COSI SUBLIMI









CHE VANNO SCRITTE
SULLA STORIA DELLA PROPRIA PELLE
(dedicato a te Camelia) 


















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